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VIP LOUNGE AREA

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Per creare valore alle persone che hanno frequentato la nostra Academy abbiamo ideato un luogo di pensiero, di riflessione e di aggiornamento professionale.

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L’idea nasce dal desiderio di alimentare con alcuni stimoli di senso dei ragionamenti utili ad arrivare al dono reciproco delle esperienze, visioni e pensieri di tutti i partecipanti.

 

Ogni anno saranno  proposti incontri di approfondimento sulla tematica del Coaching, aperti esclusivamente e gratuitamente a chi ha partecipato ai corsi di Coaching della Coaching Management Academy.

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Gli incontri in programma

7° incontro L'obiettivo desiderato
04/06/2024

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Sabrina Savorgnan

Cieli blu

 Nell’etimologia latina della parola desiderio compaiono due radici: il prefisso “de”, che suggerisce movimento dall’alto verso il basso, allontanamento, distacco; e il sostantivo “sidus, sideris” che significa “astro, stella”.

 Secondo alcune traduzioni, il verbo “desiderare” significherebbe originariamente: “fissare attentamente le stelle” forse in attesa di un segno, forse perché lo spettacolo stesso di un cielo stellato attrae lo sguardo e dunque: guardare qualcosa di bello che ancora non si possiede.

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Rifletteremo sull’importanza del “desiderio” in un percorso di coaching facendoci ispirare dai diversi significati. Ci interrogheremo sui comportamenti utili al coach affinché il coachee possa trovare “un luogo in cui poter desiderare”.

Condivideremo pensieri facendoci guidare da alcune domande chiave: come costruisco la relazione in modo tale che il coachee senta il diritto di esprimere il proprio desiderio?

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Come da prassi della Vip Lounge Area della Coaching Management Academy, rifletteremo e ci confronteremo semplicemente cercando la verità professionale per noi posta da questi stimoli.

Gli incontri svolti

Cielo blu

Oggi i termini cambiamento, sviluppo, innovazione sono largamente utilizzati come prassi all’interno di una visione orientata al “fare meglio, fare di più” e talvolta ad “essere di più”.

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Questo vale per gli individui che si trovano ad affrontare le sfide che la vita ci impone o verso una ricerca di espressione di sé che ci renda felici.

Vale per i team, aziende e organizzazioni nel perseguimento dei propri obiettivi di qualità, di mercato, di gestione delle risorse.


Non è facile cambiare, sviluppare, fare ed essere innovativi, è un processo talvolta doloroso, talvolta entusiasmante, spesso oscilla su entrambi (dolore ed entusiasmo), sicuramente richiede una buona dose di impegno strategico.

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Immaginiamo una scelta di cambiare lavoro, oppure un passaggio generazionale, oppure cambiare modello organizzativo e gestionale. Spesso possiamo farlo da soli, ma quando l’impresa è ardua, la sfida è imponente e complessa, il supporto del Coaching e del Team Coaching si rivela la strategia vincente (la bibliografia scientifica di settore lo conferma).

 

L’impegno rimane uguale, ma i tempi si abbreviano, il livello dei risultati si alza.

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La proposta del seguente incontro è di sostituire questi termini con un concetto più coerente, più fertile e generativo, più in grado di cogliere la complessità e finalmente più utile da applicare nel processo evolutivo desiderato: parleremo di trasformazione e di come il Coach lavora con le persone, i team, le aziende e le organizzazioni, proprio mantenendo la centratura su di esso.

1° incontro
Il Coaching nei processi di trasformazione
21/10/2021

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Rudy Orzes

2° incontro Allenare la "consapevolezza"
10/03/2022

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Sabrina Savorgnan

Cieli blu

In questo spazio dialogheremo attorno al significato di consapevolezza avvalendoci delle riflessioni di Rob Nairn e della teoria dell’esperienza ottimale di Csikszentmihalyi. Cercheremo, attraverso domande, dubbi e allenamenti, di capire quali sono gli elementi utili ad un coach prima, durante e dopo la sessione. In un continuo gioco di equilibri tra stato di  flow e consapevolezza, il coach governa il metodo con professionalità ed intensità nuova.

Cielo blu

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“Questo titolo l’ho scelto con cura, è un ossimoro che apre a noi coach un mondo possibile da perseguire, come i mondi possibili e complessi di Mirò”.

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Il Carnevale di Arlecchino

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Talvolta la sofferenza è felice, l’hai mai incontrata?

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In questo incontro partiremo dal raccontare un articolo di don Dario Fridel, “Oltre la sofferenza. Verso il piacere di vivere”, in cui parla della cultura della sofferenza come sottomissione, come sacrificio, come obbedienza, come astinenza e digiuno.

La lista è lunga e da buon vecchio cattolico la conosce bene.

Quando ha senso e ci rende felice la sofferenza?

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Passeremo poi all’ottantenne Zamagni che, citando Luigi Zoja, parla della manipolazione, della tecnica manipolatoria che induce a modificare il proprio interiore e a credere di valere meno di quello che in realtà si vale. Qui nasce la mancanza di desiderio, di pulsione verso l’infinito, che è cosa ben più grande della tensione verso il piacere.

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Poi, ci indica una strada: “Occorre mettere a fuoco il tema della felicità. Serve un’operazione di verità. C’è l’eutikia e l’eudaimonia. Per l’eutikia presocratica la felicità dipende dalla scelta degli Dei. Il comportamento personale è ininfluente, dipende tutto dalla volontà degli Dei. L’eudaimonia aristotelica dice invece che la felicità è legata all’esercizio della virtù.

Quindi la felicità è democratica ed ognuno può essere felice. Noi però oggi concepiamo la felicità come eutikia dove al posto degli Dei ci sono i consumi. Stiamo tornando indietro invece di andare avanti. Al contrario dovremmo promuovere una cultura che dica ben chiaro che la felicità è il risultato di una vita che pratica le virtù cardinali, virtù che valgono per credenti e non credenti.”

 

Noi che pratichiamo il Coaching abbiamo la responsabilità di supportare il coachee nella strada verso la felicità.

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Come da prassi della Vip Lounge Area della Coaching Management Academy di Metàlogos, rifletteremo e ci confronteremo semplicemente cercando la verità professionale per noi posta da questi stimoli.

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3° incontro
La soffferenza felice
09/02/2023

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Rudy Orzes

4° incontro
Apprezzare l’altro
05/12/2023

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Rudy Orzes

Cieli blu

Apprezzare l'altro

Apprezzare le persone come apprezzo un tramonto

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La nostra propensione al giudizio può trasformarsi in ammirazione dell’altro? Un’utopia, forse, ma potenzialmente efficace e gratificante nelle svariate implicazioni lavorative, familiari, di relazione con l’altro.

Partiamo dallo stimolo di un maestro della relazione, C. Rogers (Un modo di essere; Edizione Martinelli), che scrive:

 

“Uno dei sentimenti più gratificanti che io conosca, ed una delle esperienze che meglio promuovono la crescita dell’altra persona, sorge dall’apprezzare un individuo nello stesso modo in cui si apprezza un tramonto. Le persone sono altrettanto meravigliose quanto i tramonti se io le lascio essere ciò che sono. In realtà la ragione per cui forse possiamo veramente apprezzare un tramonto è che non possiamo controllarlo. Quando osservo un tramonto non mi capita di dire: ‘addolcire un po' l’arancione sull’angolo destro, mettere un po' di rosso porpora alla base, e usare tinte più rosa per il colore delle nuvole’. Non lo faccio. Non tento di controllare un tramonto. Ammiro con soggezione il suo dispiegarsi.”

Come si interseca questo discorso con l’attività del Coach o di chi si trova a dirigere persone in azienda, o anche con i nostri figli?

 

Come da prassi della Vip Lounge Area della Coaching Management Academy, rifletteremo e ci confronteremo semplicemente cercando la verità professionale per noi posta da questi stimoli.

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Cielo blu

Dopo il precedente incontro: “Apprezzare le persone come apprezzo un tramonto”, esploriamo il tema della fiducia

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Si parlerà di atteggiamento: il modo di disporsi o di presentarsi, come riflesso di un determinato stato d'animo o come forma deliberatamente assunta di comportamento.

 

“Sulla base delle mie esperienze, ho notato che se posso contribuire a creare un clima contrassegnato da genuinità, apprezzamento e comprensione, allora avvengono cose molto stimolanti. Gruppi e persone si muovono, in un clima simile, dalla rigidità verso la flessibilità, da un esistere statico a un vivere dinamico, dalla dipendenza verso l’autonomia, dalla difensività verso l’auto-accettazione, da un essere ovvio e scontato verso una creatività imprevedibile. Diventano in tal modo una prova vivente di una tendenza alla realizzazione” C. Rogers.

 

Per il Coach è una strada obbligata da allenare e monitorare attentamente? Che visione ho del cliente? Come gestisco questo moto che muove dentro di me?

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Come da prassi della Vip Lounge Area della Coaching Management Academy, rifletteremo e ci confronteremo semplicemente cercando la verità professionale per noi posta da questi stimoli.

5° incontro 
La gestione della Fiducia
30/01/2024

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Rudy Orzes

6° incontro
Essere gentili nella relazione di coaching

26/03/2024

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Sabrina Savorgnan

Cieli blu

Nel corso di una sessione sarà capitato a tutti i coach di trovarsi difronte ad una “resistenza” del coachee. Una sua azione decisa e non agita, un suo obiettivo prefissato e volutamente mancato, un suo cambio improvviso di meta, una sua provocazione o fraintendimento.

Quali pensieri ed emozioni si innescano nel coach?

Ad un primo momento di disorientamento è possibile far seguire un atteggiamento che permette al coach di comprendere, di ammorbidire il dialogo, di fare spazio e silenzio mettendo a tacere l’ego e la sua rumorosità e al coachee di fermarsi, riflettere, prendere atto, decidere e rilanciare.

Partendo da alcuni preziosi stimoli di Carofiglio, cercheremo di comprendere qual è questo atteggiamento indagando inoltre le risorse che sono richieste al coach.

“Ciò a cui opponi resistenza persiste. Ciò che accetti può essere cambiato” scriveva Jung.

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Come da prassi della Vip Lounge Area della Coaching Management Academy, rifletteremo e ci confronteremo semplicemente cercando la verità professionale per noi posta da questi stimoli.

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